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OBESITÀ E CUORE


L’obesità è una patologia in continuo aumento, con una diffusione sempre più vasta e con la tendenza a ridurre l’età di insorgenza. La dimensione del problema sembra così vasta da essere stata definita la pandemia del XXI secolo. In Italia si calcola che circa il 30% della popolazione sia in sovrappeso e che circa il 10% sia obesa. I costi sociali per questa patologia sono elevatissimi superando di gran lunga quelli del tabagismo e dell’alcol. In termini di definizione della malattia si può dire che l’obesità sia caratterizzata da un aumento patologico di un tessuto che tutti abbiamo, che è il tessuto adiposo. Le conseguenze di questo aumento abnorme dipendono in gran parte dal costo per l’organismo di “mantenere” vivo un tessuto. Ad incominciare dal fatto che l’espandersi del grasso corporeo significa dover creare spazio e che a seconda di dove il tessuto si amplierà creerà difficoltà logistiche: è il caso ad esempio dello spostamento verso l’alto dello stomaco, sospinto dalla crescita dell’adipe fino a cercare di entrare in torace attraverso lo hiatus diaframmatico a formare la famosa ernia jatale che è alla base dei sintomi da reflusso e dei bruciori retrosternali di cui molti obesi soffrono. Tuttavia l’aumento del grasso addominale è assecondato dal cedere dei muscoli addominali, mentre non così semplice è la crescita all'interno del torace. Gli organi vitali che vi si trovano (polmoni, cuore, aorta..) devono quindi fare i conti con una aumentata pressione intratoracica e con spazi di movimento più ridotti. Per quanto concerne il cuore, argomento del nostro incontro, dobbiamo pensare che l’espansione (diastole) e la contrazione (sistole) sono alla base della circolazione di tutto il sangue nel nostro corpo e qualora la sua dilatazione sia resa più difficoltosa la portata della massa di sangue ossigenata verrà ridotta andando a compromettere molte funzioni del nostro corpo, a incominciare dalla prestanza dei muscoli che ovviamente necessitano di ossigeno per potersi muovere, ma anche da organi molto più nobili come il cervello. Al fine di non danneggiare la funzionalità del corpo, il nostro cuore cerca di aumentare il proprio lavoro, usando una forza maggiore per potersi muovere come deve, ma questo immancabilmente si riflette in una necessità di maggiore forza e quindi, essendo un muscolo, in un aumento dello spessore delle fibre muscolari delle pareti cardiache e risultando infine in una ipertrofia cardiaca. Questo adattamento all'aumento del lavoro non può durare per sempre e quindi se tale sforzo perdura il cuore tende a cedere e a dilatarsi perdendo la propria forza contrattile.

Le abitudini alimentari ricoprono sicuramente un aspetto molto importante sia per la prevenzione che per la cura delle malattie cardiovascolari. La Dieta Mediterranea consiste in un regime alimentare equilibrato caratterizzato da un apporto bilanciato di macronutrienti e micronutrienti. Anche l'attività fisica costante e l'idratazione sono dei fattori fondamentali che portano a raggiungimento delle corrette abitudini alimentari e di un benessere cardiovascolare. E' importante ricordarsi che i grassi alimentari possono differenziarsi in diversi tipi. E' preferibile ridurre l'introito dei grassi saturi e ad alto contenuto di colesterolo (contenuti soprattutto negli alimenti di origine animale) e la sua sostituzione con i grassi polinsaturi (omega-3 -da pesce- e omega-6 -da semi, olii, verdure, cereali integrali-) e monoinsaturi (olio extravergine di oliva), minimizzando il consumo di grassi insaturi (a conformazione trans di origine industriale). I carboidrati dovrebbero essere preferibilmente ad alto contenuto di fibre ed a basso indice glicemico. Ricordando che tale indice è un parametro che indica quanto velocemente un determinato cibo fa aumentare i livelli di glucosio nel sangue. Infatti gli alimenti ad alto indice glicemico tendono ad avere effetti metabolici che favoriscono la comparsa di eventi cardiovascolari (aumento della trigliceridemia, riduzione dei livelli plasmatici del colesterolo HDL ecc.). Le proteine devono essere incluse in ogni pasto tenendo sempre conto della qualità e della quantità delle stesse. Si devono preferire gli alimenti di origine animale magri ed imparare ad alternare i secondi piatti per usufruire della migliore forma dei componenti di ogni tipo di proteina. La riduzione del consumo di sodio permette una diminuzione dei rischi cardiovascolari e soprattutto cerebrovascolari. Si devono quindi preferire l'utilizzo in cucina di alimenti naturali conditi con poco sodio in modo tale da abituare il gusto ad alimenti poveri di sodio. Infine, esistono alimenti che vengono considerati "cardioprotettivi" grazie alla loro composizione fitochimica, si pensi al tè, al caffè, al vino rosso, ai frutti rossi e ai frutti secchi. Allo stesso tempo è importante comunque valutare la quantità calorica che apporta ogni alimento e bilanciare sempre la dieta con la supervisione di un professionista esperto in nutrizione clinica.


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